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Dott.ssa Priscilla Berardi medico, psicoterapeuta, sessuologa  Cell.+39 349 5455417

  • Psicoterapia

    Psicoterapia

    La Psicoterapia è un tipo di terapia che si avvale principalmente del dialogo e della relazione ed è rivolta a quelle persone che attraversano un periodo particolarmente critico della loro vita e non riescono a trovare soluzione, o che vivono ripetutamente situazioni di disagio emotivo e psicofisico.
    Questo disagio può manifestarsi con l’insicurezza e la scarsa stima di sé, con la sensazione di non avere via d’uscita, di girare in cerchio intorno a un problema, di non riuscire a superare una perdita o un lutto, di non riuscire a comunicare con gli altri, oppure con rabbia, ansia, tristezza, attacchi di panico, disfunzioni sessuali, difficoltà relazionali, e altri disturbi psicologici in genere.

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  • Formazione

    Formazione

    La mia attività come Formatrice è iniziata nel 2008 quando fui chiamata a tenere un corso per insegnanti di sostegno presso il Liceo Classico e Psicopedagogico “Giulio Cesare – M. Valgimigli” di Rimini.
    I temi trattati in quell’occasione furono: diversità, accoglienza delle differenze, gestione dei limiti, relazione con i compagni e le famiglie, sessualità, supervisione di casi. Il corso ebbe poi una seconda edizione nel 2009.
    Da allora ho tenuto diversi corsi e seminari su temi legati alla disabilità, alla sessualità, all’omosessualità, rivolti ad insegnanti di sostegno, educatori professionali, operatori educativo-assistenziali, operatori socio-assistenziali e operatori nell’ambito della disabilità o dell’educazione alla sessualità e all’affettività.

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  • Ricerca

    Ricerca

    Nel 2006, spinta dall'esigenza di conoscere di più sul mondo LGBT e sulle problematiche legate all'omofobia e al percorso di elaborazione e accettazione del proprio orientamento sessuale che eventuali pazienti gay o lesbiche potevano portare in terapia, è iniziata la mia collaborazione con Arcigay e con Cassero lgbt Center Bologna in qualità di Ricercatrice in indagini psico-sociali di tipo qualitativo o semi-qualitativo.

    In seguito, questa attività di ricerca si è sviluppata anche da idee autonome, non più strettamente legate al mondo LGBT, con la collaborazione di alcuni colleghi interessati ad indagare tematiche inerenti la sessualità.
    Di qui il progetto di realizzazione del documentario Sesso, Amore & Disabilità.

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Elaborazione del lutto

elaborazione luttoNon è mai facile mantenersi in equilibrio quando la vita ci mette di fronte a un lutto. Perdere una persona cara è una delle prove più ardue a cui possiamo essere sottoposti.
Ma sotto il nome di lutto non si considera solo la morte di una persona che amiamo. E' un lutto qualunque perdita dolorosa: quando veniamo lasciati e ci sentiamo abbandonati, quando ci viene diagnosticata una malattia mortale o estremamente invalidante che ci costringe a cambiare abitudini di vita e a riorganizzare la nostra esistenza, quando un evento traumatico o un drastico mutamento del nostro stile di vita ha su di noi un forte impatto psicologico e genera significative alterazioni dell'immagine che abbiamo di noi. Sono quindi lutti anche i divorzi e le separazioni, i fallimenti finanziari, il diventare improvvisamente disabili, il crollo di grandi aspettative che riponevamo in un evento... Non solo, dunque, le perdite fisiche e materiali, ma anche quelle affettive e ideologiche.
In questi frangenti la persona sente di avere completamente perduto il controllo della situazione, di essere impotente di fronte a una realtà che non può cambiare, di essere quasi vittima di un'ingiustizia, di non comprendere perché quella cosa sia capitata proprio a lei o a un suo caro.

Ogni individuo elabora in modo del tutto personale questa sofferenza e necessita di tempi più o meno lunghi, che variano a seconda delle risorse caratteriali che ha a disposizione, del contesto in cui vive, di elementi culturali, della prevedibilità della perdita, degli aiuti e del sostegno di chi ha intorno, delle circostanze che hanno portato all'evento luttuoso.
Il tempo da solo non basta: bisogna vedere come questo tempo viene sfruttato, quali risposte costruttive si riescono a mettere in moto per superare il dolore.
Sono necessari anche rituali che scandiscano il passaggio dalla condizione precedente a quella attuale, alcuni passi da compiere in gruppo e altri da fare singolarmente. Nelle culture e nelle società in cui viene dato spazio allo sfogo della sofferenza, al dialogo e all'espressione dei sentimenti con gli altri, ai riti e alle cerimonie, l'elaborazione viene favorita.

In generale, comunque, questo complesso processo di elaborazione delle emozioni, dei significati, dei vissuti, deile evoluzioni sociali legati alla perdita si conclude nell'arco di 6-24 mesi e attraversa fasi che sono state ben descritte da vari esperti tra cui John Bowlby ed Elisabeth Kübler-Ross. Secondo i loro due modelli si passa da momenti di negazione e rifiuto dell'accaduto, a sentimenti di disperazione e disorganizzazione, a periodi di insonnia, irrequietezza, mancanza di appetito o voracità, a fasi di depressione, di rabbia, ed infine di accettazione. Le fasi hanno un ordine, un'alternanza, una durata e intensità variabili. Ciò che resta alla fine è una trasformazione della persona, dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti, una riorganizzazione della sua vita e del suo senso.

Quando però l'elaborazione viene interrotta, marcatamente rallentata, o bloccata in una fase, quel profondo disagio si amplifica, diventa cronico, si tramuta in patologie organiche, nell'incapacità di andare avanti, in problemi psicologici, in un profondo malessere interiore di cui non si comprende nemmeno più l'origine tanto è sepolta. Succede quando le persone comprimono il loro dolore per non sentirlo, perché sembra loro di non avere le forze e il coraggio di affrontarlo, quando credono di non poterlo condividere con nessuno o quando ritengono di dover essere forti e non poter mostrare fragilità. In queste situazioni si può parlare di un lutto complicato o irrisolto.

La consulenza e l'accompagnamento di un terapeuta può permettere al paziente di capire che cosa gli sta succedendo, di indagarne le ragioni, di fare chiarezza sugli strumenti in proprio possesso per superare questo momento difficile e di stabilire le strategie da mettere in atto per ripartire. Questo percorso può essere individuale o coinvolgere la coppia o la famiglia a seconda delle necessità.