Disturbo da Stress Post-Traumatico - PTSD
Il PTSD (Post-Traumatic Stress Disease) è anche chiamato nevrosi da guerra, perché studiato per la prima volta nei veterani e nei soldati impegnati in combattimenti drammatici, ma riguarda tutte le persone che subiscono un evento traumatico e una vittimizzazione, individuale o comunitaria.
Quando le persone si trovano di fronte ad un evento, di origine naturale o provocato dall’uomo, dirompente, improvviso, inaspettato e devastante, si crea uno stato individuale e collettivo di allerta, e un urgente bisogno di soccorso. Definiamo questo evento come critico, perché provoca un cambiamento, un "prima" e un "dopo", su cui bisogna fare delle scelte, prendere delle decisioni. L’evento critico compromette la quotidianità e tutti gli aspetti della nostra vita che davamo per certi, creando instabilità e insicurezza. L’esposizione all’evento critico costituisce fattore di alto rischio per il funzionamento sociale, cognitivo ed emotivo del singolo e della sua comunità, con effetti a breve e a lungo termine.
In situazioni di questo tipo le reazioni più comunemente osservabili sono:
- tristezza;
- paura, che con la produzione di cortisolo e adrenalina ci permette di attivare reazioni di protezione e difesa;
- ansia;
- panico e fobie, con comportamenti disorganizzati e perdita di lucidità;
- evitamento e negazione, che sono meccanismi di difesa dell'io deputati al non riconoscimento e accantonamento della paura e del dolore ma che portano ad una sottovalutazione e minimizzazione del rischio, fino alla percezione di invulnerabilità e ad atteggiamenti disfunzionali che pongono la persona a rischio;
- senso di impotenza e di inefficacia;
- sensazione di perdita di controllo sugli eventi, l'ambiente circostante, se stessi;
- rabbia, fino a esplosioni incontenibili d'ira;
- ricerca di un senso di ciò che sta accadendo e ricerca di un colpevole, di un responsabile, su cui scaricare la propria aggressività, trasformandosi talvolta da vittima a carnefice.